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Vivi la Valle Sabbia

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Anello attorno alla Riserva Naturale della Valle del Prato della Noce

Questo itinerario ad anello si snoda nella bassa Valle Sabbia verso il confine con il parco dell’Alto Garda. Parte del percorso ad anello raggira le frastagliate creste del monte Marmere entrando marginalmente in territorio gardesano. Il promontorio si presenta a sud con levigate placche calcaree molto inclinate dove alpinisti si cimentano nel loro salite, la zona è tipica dell’ ambiente carsico. Spostandoci verso est, tramite un sentiero per esperti, si può raggiungere il Rifugio Pirlo mentre più a nord si dirama il sentiero dei Lodroni che permette di raggirare il Mt. Spino. Il rientro avviene su strada forestale attraverso la Valle del Prato della Noce che si trova nell’area protetta della riserva Naturale integrale stessa. Il luogo si trova proprio nel mezzo di questa zona dall’aspetto aspro e selvaggio, nel mezzo vi scorre il piccolo ma fascinoso torrente Agna.

 Ascesa  :  1100 mt. circa
 Lunghezza anello  :  15,5 Km.
 Durata  :  6,00 h.
 Altitudine partenza  : 380 mt.
 Altitudine max.  : 1219 mt.
 Periodo : Primavera, Estate
 Difficoltà : EE (Escursionisti Esperti)
 Punti interesse : Riserva naturale integrale
 Tipo percorso : vario(sterrato, sentiero,tracce di sentiero)
 Appoggio : Rifugio Pirlo allo Spino
 Equipaggiamento : abbigliamento da trekking

Si esce dalla superstrada all’altezza di Vobarno ,si percorre la statale in direzione del centro storico e prima di entrarvi si devia a destra verso la valle Degagna, valle molto stretta solcata dal torrente Agna. La si percorre per circa 6 km fino alla frazione di Cecino , si prosegue lungo la via San Martino tutta in salita per circa 200 mt. sulla sinistra troviamo un ampio parcheggio

Indicazioni stradali
Dettagli
Mappa anello della Riserva Naturale della Valle del Prato della Noce
Scarica la traccia gpx

21 Marzo-2021

Dal parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto sono necessari pochi minuti di strada asfaltata per portarci nella parta alta dell’abitato.l Una cappelletta posta proprio a un bivio ci dà il benvenuto nella frazione di Cecino. Per raggiungere il centro a piedi possiamo indistintamente prendere sia l’una che l’altra via

immagine da inserire
Cappella votiva

Il nucleo urbano interno è costituito da vecchie case accostate le une alle altre e per causa di gradini di scale che si protendono in strada , angoli molto stretti tra le abitazioni e volti in muratura molto bassi, il passaggio di un seppur piccolo veicolo è da ritenersi un’ impresa ardua.

Lungo il borgo di Cecino
Attraversando il borgo di Cecino

A un incrocio troviamo una fontana pubblica con adiacente un vecchio abbeveratoi per animali e un lavatoio. Da essa attingiamo dell’ acqua fresca da mettere nelle nostre borracce per il fabbisogno della giornata in quanto non ne troveremo lungo il nostro percorso fino al rifugio.

Fontana con lavatoio pubblico
Fontana pubblica con adiacente un lavatoio

Lasciato il borgo di Cecino
Imbocco della carrareccia in direzione del passo Fobbiola

Superato il borgo ci inoltriamo per la stretta valle percorrendo l’unica strada che avanza. Ai lati possiamo ancora osservare dei manufatti risalenti al periodo preindustriale quando nella valle erano dislocate svariate attività artigianali legate alla lavorazione del ferro. All’interno della stessa valle furono ricavate sui fianchi della montagna delle canalizzazioni interamente scavate nella roccia. Esse servivano per addurre l’acqua necessaria a far muovere le ruote idrauliche per il funzionamento dei magli e attivare le trombe eoliche per produrre l’aria necessaria alla combustione sulle forge.

Resti di una antica canalizzazione

Giunti a un guado facilmente lo attraversiamo e iniziamo ad arrancare su due stretti e ripidi tornanti che si trovano sul fianco opposto, qui il tipo di fondo stradale è in cemento per permettere ai veicoli di servizio di procedere senza disagi data la ripidezza e la scivolosità dello stesso. Questa antica carrareccia è sempre stata l’unica via d’accesso per raggiungere i pascoli in altura fino al Prato della Noce e oltre.Tramite il passo della Fobbiola si può accedere ai pascoli di Campei de Sima in territorio gardesano In prossimità degli alpeggi l’Ente Regionale Forestale ha recuperato degli edifici e dati in gestione all’associazione Alpini di Monte Suello di Salò come rifugio di ristoro.

Segnaletica per raggiungere il Buco del Tedesco

Poco dopo i tornanti, fiancheggiato il torrente in corrispondenza di uno slargo adibito a parcheggio, scorgiamo un’ insegna che ci indica il sentiero da prendere. Si tratta di un sentiero che all’apparenza sembra non manutenuto, in realtà ci sono dei lavori in corso e l’ente preposto sta effettuando un consolidamento del canale in cui scorrono le acque per cui bisogna prestare molta attenzione a non intralciare i lavori transitando a lato degli stessi.

Appena lasciata la strada forestale per il tortuoso sentiero
Seguendo in parte il tracciato lungo il canale

Il sentiero si snoda ora su un fianco ora sull’altro del canale che sale verso la sommità dove un evidente intaglio (Passo del Buco del Tedesco) permette l’accesso sull’altro versante dove si trovano le Marmere , alte pareti di puro calcare. Verso il valico la vegetazione si dirada e un tiepido sole ci ritempra in vista della molta strada che ancora dobbiamo compiere.

Ancora neve sui tornantini del sentiero
In dirittura di arrivo al passo
Verso il passo del Buco del Tedesco
Giunti al Buco del tedesco sullo sfondo le pacche delle Marmere
In leggera discesa lungo le placche delle Marmere

Dopo esserci rifocillati e dato uno sguardo sommario al percorso ancora da compiere, riprendiamo il cammino scendendo in direzione del sentiero che i rocciatori soventemente fanno quando tornano dalle loro acrobatiche ascensioni sulle levigatissime placche. Un centinaio di metri più in basso(di dislivello) troviamo un bivio con indicato “Sentiero delle guide“è una variante diretta un poco più impegnativa della normale(Sentiero delle Marmere) che raggiunge il Rifugio Pirlo allo Spino passando sotto le balze rocciose che si trovano sotto il Mt. Spino. Nel tratto più impegnativo del percorso è tesa una corda che serve per dare maggiore sicurezza , in particolar modo in discesa in particolar modo quando il terreno è scivoloso per la presenza di ghiaccio o umidità.

Segnaletica in corrispondenza del bivio
Grotta con cascatella sotto i contrafforti dello Spino

L’ambiente è comunque molto selvaggio e severo sia per la scarsa individuazione del sentiero sia per la difficoltà a procedere quasi sempre a mezzacosta tra i canali , le falesie carsiche e i pendii erbosi che si allocano ai piedi del Mt.Spino.

Falesie centrali sotto il Mt. Spino
Rifugio Ten. PIrlo allo Spino

Arrivati al Rifugio Pirlo gran parte del percorso è stato ultimato, in particolare la salita dal fondovalle che ci ha messo a dura prova , per cui è venuta l’ora di un buon spuntino. Senza dilungarci riprendiamo il cammino perché la strada è ancora lunga, quindi puntiamo verso la costruzione che si trova a metà strada fra il passo Spino e il rifugio, (Osservatorio Ornitologico Regionale)e da li individuiamo il sentiero che scende sul versante opposto , classificato come Sentiero CAI (Sentiero dei Lodroni)che diagonalando porta verso il Passo della Fobbiola.

Verso il passo Spino sullo sfondo il Mt. Pizzocolo
Lungo il sentiero dei Lodroni

Aggiriamo il Mt. Spino per il sentiero dei Lodroni in poco più di un ora. Qui il paesaggio è da mozzafiato sotto di noi si estende la valle di Campiglio e a perdita d’occhio riusciamo a distinguere le ultime montagne del parco dell’Alto Garda perfettamente allineate tra loro, verso settentrione e più vicine a noi si estendono lo Zingla e il Manos. Questo sentiero è uno dei più rinomati sentieri della zona caratterizzato dal suo aspetto geomorfologico faunistico e vegetazionale unico nel suo genere e per il suo aspetto storico visto che è stata un arteria montana di collegamento tra il territorio del Garda e quello di Valle Sabbia.

Edificio militare attiguo a una trincea coperta in cemento
Lasciato il passo lungo la carreggiabile

Giunti al passo Fobbiola intersechiamo la strada che porta al rifugio di Campei, e tenendo la sinistra scendiamo lungo la rotabile fino al Prato della Noce a circa 900 mt. di altitudine dove troviamo una costruzione adibita a ricovero di per animali da pascolo. Solitamente nel periodo estivo la malga ricovera greggi di capre, ma non si esclude che in passato fossero alloggiate anche mandrie di vacche vista la fertilità dei loro pascoli adiacenti la malga e la presenza di acqua sorgente.

Malga Preto della Noce
Il Prato della Noce con sullo sfondo il Monte Zingla

A tenere verdeggianti le due sponde laterali del torrente sono le numerose cascatelle che rimbalzano tra una roccia e l’altra, schizzando particelle d’acqua sul fertile terreno circostante. Per cui una considerevole varietà di piante cresce nei dintorni

Cascatelle,scivoli ,bacini nell’alveo del torrente
Indicazioni che siamo nella riserva naturale
Mesto ritorno

Il nostro cammino volge al termine. Transitiamo un’ ennesima volta di fronte al sentiero che abbiamo intrapreso la mattina e subito pensiamo alla fatica che abbiamo dovuto spendere per effettuarlo. Ci restano gli ultimi metri per raggiungere il parcheggio da cui siamo partiti e già pensiamo a quando potremo nuovamente ritornare in questo luogo incantevole.

Alfredo Chiodi

Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com

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    Written by:
    Alfredo
    Published on:
    31/03/2021

    Categories: Bassa Valle, EE (Escursionisti Esperti), Primavera, Valle Sabbia

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