Le origini delle Dolomiti risalgono ad ancor prima dell’era dei dinosauri ,sappiamo che laddove sono ora le Alpi esistevano terre piatte lagunari dove i bassi fondali marini si sedimentavano in depositi di materiale organico(crostacei molluschi, concrezioni di coralli e ogni forma di vita marina). In seguito ai movimenti della crosta terrestre queste zone lagunari si sono alzate e hanno formato questi caratteristici rilievi rocciosi con pareti a strapiombo e guglie assottigliate dagli agenti atmosferici. Anche il nostro territorio, seppur in maniera più modesta, presenta le stesse caratteristiche di quelle tuttora presenti a nord-est nelle Alpi e che ben tutti conoscono. Esse sono presenti in particolare nella media valle all’altezza del lago d’Idro e prendono il nome di Piccole Dolomiti. Una di queste montagne è la Corna Blacca
Ascesa : 600 mt. circa
Lunghezza andata e ritorno : 13 Km.
Durata : 5,00 h.
Altitudine partenza : 1660 mt.
Altitudine max. : 2006 mt.
Periodo : Primavera, Estate,Autunno
Difficoltà : EE (Escursionisti Esperti)
Punti interesse : Regno delle piccole Dolomiti
Tipo percorso : vario(strada asfaltata, sentiero sabbioso e sassoso parte terninale
Appoggio : Capanna Tita Secchi alle Caldoline
Equipaggiamento : abbigliamento da trekking
Giunti al lago d’Idro, appena dopo l’abitato di Anfo imboccare la strada per Bagolino. Giunti alla rotonda prima di salire al paese, in prossimità di una pompa di benzina girare a sinistra, Superato l’abitato in zona industriale deviare a sinistra in direzione passo Maniva, Collio Valle Trompia e proseguire per circa 10 Km. fino ad arrivare al piazzale del parcheggio dell’area Sciistica del Maniva all’omonimo passo dove possiamo lasciare la vettura. Alla sinistra una strada costeggia contornando le pendici del Mt.Dosso Alto fino all’omonimo passo. Questa strada nel periodo primaverile è spesso interdetta al traffico pedonale e veicolare per problemi di sicurezza. I lavori di sgombro della neve restante e lo sgombero dei detriti sulla carreggiata è assicurato nel periodo estivo per dar modo a veicoli e pedoni di accedere alle vallate limitrofi in piena sicurezza.
L’itinerario che vi proponiamo è uno tra i più suggestivi che si possa annoverare nelle salite alle così dette Piccole Dolomiti della Valle Sabbia, cosi chiamate perché rispecchiano molte delle caratteristiche delle vere Dolomiti situate più a nord nelle Alpi, pur rimanendo ad una quota decisamente inferiore. Si parte dal giogo del Maniva dove, in un vastissimo piazzale ,possiamo parcheggiare l’ auto.
Dal parcheggio, nei cui pressi scorgiamo anche dei ristoranti, seguiamo la minuscola strada che si stacca dallo stesso in direzione sud verso la piccola chiesetta collocata sotto le pendici del monte Dosso Alto. La strada che stiamo per percorrere, in particolari giorni dell’anno specie d’inverno è occlusa causa valanghe. Per la sicurezza del passante è necessario attendere la rimozione degli ostacoli presenti sulla carreggiata e attendere l’ufficiale apertura del tratto stradale in questione per non incorrere in rischi inutili. Valanghe e smottamenti possono essere all’ordine del giorno anche dopo una forte pioggia per cui è sempre meglio consultare il meteo.
La fragilità del terreno e la ripidezza del suoi versanti ha reso necessario alcune opere di protezione e consolidamento della sede stradale per il passaggio veicolare proveniente dal lago d’Idro. Molti sono i turisti che salgono in motocicletta o con la bicicletta effettuando l’anello che percorre il Baremone ,il Maniva ,Croce Domini con rientro percorrendo la valle del Caffaro. Arrivati in prossimità del passo Dosso Alto, inforchiamo un sentiero che allontanandosi dalla rotabile scende leggermente in un bosco di mughi.
Il sentiero restante, quasi sempre pianeggiante, è diretto alla Capanna Tita Secchi ubicato sotto le rocce strapiombanti di Cima Caldoline; poco prima incrociamo una Cappelletta con un altare, e prima ancora individuiamo il passaggio chiave con le indicazioni necessarie per raggiungere la nostra meta.
Il sentiero scende per circa cento metri con tornanti ghiaiosi e prosegue mantenendosi a mezza costa per un lungo tratto sotto i pendii erbosi di Cima Barzò e di Cime di Paio in un contesto selvaggio ed ammirevole.
Non a caso queste montagne erano utilizzate da gruppi di partigiani per defilarsi dai numerosi rastrellamenti nazisti durante la loro occupazione nella seconda guerra mondiale. In questo tipo di ambiente, costituito preferenzialmente da insormontabili pareti rocciose e sentieri difficilmente individuabili e sconosciuti, vi trovarono dimora e protezione. Un’ eccezione si verificò al Casinello di Paio Alto dove,nel tentativo di sfuggire a un rastrellamento da parte di un gruppo di nazi fascisti ,venne ucciso il partigiano Bagozzi Amerigo . Alla fine della guerra In questo luogo fu deposta in suo onore una targa che tutt’ora, passando per un sentiero più basso dell’attuale, possiamo mirare.
Continuando il sentiero sempre più in salita fra un alternarsi di pini mughi e radure di prati in fiore giungiamo in prossimità di un dosso e scendendo di netto per una trentina di metri ci troviamo in un avvallamento circondato da mughi dove è facile individuare il sentiero che prosegue anche perché il punto e connotato da alcuni cartelli che indicano la direttissima e la normale alla Corna Blacca
Salendo per la normale le difficoltà sono minori anche se, col perdurare del disgelo, un po di neve è rimasta ancora in qualche anfratto sotto la parete nord. Comunque si rassicura che la via è sgombera da pericoli oggettivi nel periodo estivo ribadendo solo di porre di più attenzione nella parte alta dove il sentiero si inerpica sempre di più attraverso i gradoni di roccia, avendo cura di non far cadere qualche sasso a quanti sopraggiungono.
Il tratto finale si disputa su un manto erboso dove innumerevoli varietà di fiori caratterizzano un ambiente basico visto la predominanza di rocce calcaree. Prima a essere raggiunta è la Madonnina di bronzo che regge suo figlio deposto dalla croce, una scultura che connota in un certo senso anche il sacrificio per raggiungere la vetta.
In lontananza individuiamo anche la croce che sovrasta l’altra cima gemella posta più a settentrione e raggiungibile in altri dieci minuti di cammino. Vale la pena arrivarci anche perché essa offre una prospettiva del luogo diversa. Da qui si può spaziare verso le montagne trentine che fanno cornice alla nostra Valle Sabbia.
Una preghiera per il nostro compianto alpinista Italo che dedicò l’intera sua esistenza alla montagna, noto in tutta la valle è stato un esponente di riguardo come attivista accademico del CAI e grande maestro di scalate e di vita.
Al ritorno ripercorriamo il sentiero fatto in precedenza raggiungendo alcuni componenti del gruppo in attesa alla Capanna Tita Secchi sotto Cima Caldoline. La struttura costruita interamente in legno è dedicata al partigiano che combattè e morì per la resistenza e per gli ideali in cui credeva come la libertà che alimentata quel suo desiderio di amore verso le sue montagne. Il luogo è un comodo punto di appoggio in caso di avversità meteoriche o per escursionisti che non intendono avventurarsi oltre, sostando qualche oretta in più, godendo del paesaggio circostante, o per quanti volessero spingersi oltre effettuando traversate di più giorni e utilizzandolo come luogo temporaneo in cui trascorrere la notte.
Una brezza pomeridiana che sale verso l’alto dal vallone sottostante crea delle nubi che coprono il sole, si sa che questo luogo in determinate condizioni può variare celermente per cui riprendiamo il rientro in direzione prima attraverso il passo del Dosso Alto percorrendo il sentiero in piano e successivamente verso il parcheggio al Passo Maniva attraverso la rotabile asfaltata. Un altra escursione si è conclusa ed è stata portata a termine nel migliore dei modi cioè: con il sorriso sulle labbra di tutti i partecipanti.
Alfredo Chiodi
Accompagnatore di Escursionismo del CAI di Gavardo sottosezione di Brescia.Esperto conoscitore delle montagne bresciane in particolar modo di quelle della ValleSabbia ,territorio in cui vive ed effettua le sue escursioni .Collaboratore dell’equipe di vivilavalsabbia.com
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